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Attila Balogh era il creatore degli strumenti Odyssey, gli Odyssey erano e sono, a detta di chi li ha provati, gli strumenti più comodi da suonare mai realizzati.
Attila Balogh per arrivare a questo risultato ha investito tutto sé stesso, impiegato ogni sforzo, ci ha rimesso addirittura la vita.
Attila era un personaggio unico ed è stato un grande liutaio, completamente dedicato alla sua passione, il lavoro della sua vita: la ricerca della chitarra perfetta.

Lorenzo

E’ fin troppo facile trovare assonanze tra Attila Balogh e Mario Maggi ma così sono i veri geni: personaggi estremamente affascinanti, che vivono per la loro visione, talmente dedicati che non puoi che ammirarli e amarli.

La biografia “Attila Balogh & the quest for the perfect guitar” di Craig Jones

Attila Balogh nasce in Ungheria nel 1948 in una famiglia di artisti che nel 1956 scelsero di lasciare il paese per sfuggire al comunismo e, dopo una sosta in Belgio, nel 1959 decisero di stabilirsi definitivamente in Canada.

Il piccolo Attila cresce ereditando lo spirito artistico e la mente aperta del padre e, dopo essersi espresso in molteplici campi, approda al mondo della liuteria, acquisendo in breve un’abilità fuori dal comune. Ancora giovanissimo prende la storica decisione: ogni suo sforzo sarà concentrato nella creazione dello strumento perfetto e a detta di molti ci si è avvicinato terribilmente.

Balogh con Stanley Clarke

Nella sua breve vita è riuscito a fondare la Odyssey Guitars Limited nel 1976 a Vancouver e in sei anni produrre circa 2000 strumenti artigianali tra chitarre e bassi.

Come logo scelse un piccolo disco di ottone incastonato sulla paletta con inciso sopra un piccolo baffo e questi strumenti furono suonati dai alcuni dei più grandi musicisti a livello mondiale.

Poi Attila morì nel suo laboratorio a soli 34 anni, portando con sé la magia e il suo lavoro finì quasi dimenticato, finché il marchio venne rilevato dai suoi vecchi soci che ricominciarono la fabbricazione di strumenti di tipo più comune.

Ma per la storia di Attila Balogh vi lasciamo al libro di Craig Jones e ci concentriamo su questo bellissimo basso BW 500WS, uno dei soli 10 esemplari fretless esistenti al mondo (del modello B500 furono prodotti non più di 50 esemplari, tra i quali i fretless che erano costruiti solo su richiesta) e sicuramente l’unico esistente in Italia.
Dotato di camere tonali, è un semiacustico a cassa chiusa equipaggiato con una coppia di pickup passivi Bartolini, molto potente, suono straordinario.

Prodotto tra il 1979 e il 1980, il basso è in ottime condizioni, completamente originale tranne per il pickup al manico che è stato spostato al ponte. E’ uno strumento che si trova perfettamente a suo agio nel jazz come nel rock e nella fusion.
I B500 erano il top di gamma della serie B, che veniva prodotta nelle versioni 100, 200, 300, 400 e 500 appunto. Il basso appartiene ad Armando che, con molto dispiacere, ha deciso di darlo via.
Gli interessati possono contattarlo all’indirizzo mail

GUARDA  e ASCOLTA la demo di questo ODYSSEY B500 WS

La chitarra più grande del mondo!

Vale la pena di menzionare una delle più curiose trovate di Attila Balogh: la chitarra più grande del mondo.

La gigantesca chitarra è praticamente una enorme serie G e fu costruita nel 1977 in 500 ore di lavoro nell’arco di 6 mesi da Attila e i due soci Ken Lindemere e Joseph Sallay per fare pubblicità alla Odyssey e lasciata in esposizione al negozio Iron Music di Vancouver e alle fiere tra le quali il Namm di Chicago e il MIAC in Canada.

Questo bestione, equipaggiata con parti in ottone, veri pickup DiMarzio e corde da pianoforte, pesa la bellezza di 160 kg, è lunga poco meno di 3 metri ed è perfettamente suonabile da qualsiasi gigante!

Balogh e soci con la chitarra gigante

C2V

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