”Questo sorprendente strumento è un po’ il simbolo del nostro credo, della nostra continua ricerca, del nostro continuo addentrarci nell’arte liuteristica del secondo novecento e non manca mai di affascinare ancora oggi, nutrendo schiere di ammiratori che la osservano in assorta contemplazione, come si fa con un grande vino da meditazione o con un buon cognac ristoratore.
Lorenzo
Il nomignolo Shrike (in inglese è un modo di chiamare alcuni uccelli) deriva dalla particolare forma dei suoi pick up a V che hanno sortito grande fascino sull’immaginario collettivo, tanto che Tim Shaw, il mitico project designer che fu incaricato della rinascita della Gibson alla fine degli anni 70, ne disegno una sua versione che applicò alla V2, una particolarissima versione di Flying V che vide la luce a fine decennio.
I pickup della 950 erano comunque particolari anche nella progettazione interna, ognuno era composto di due set di 3 bobine ed era possibile splittare la metà di ognuno per combinarli assieme (es. la parte superiore del pickup al manico si poteva combinare con la parte inferiore di quello al ponte). Pickup con un gran suono ma che nel tempo si sono rivelati purtroppo anche piuttosto delicati e praticamente ogni esemplare ha dovuto essere riavvolto.
Il resto della parte elettronica della 950 Shrike consiste nel potenziometro volume e nei 4 selettori per selezionare le varie combinazioni delle bobine dei pickup.
Le Greco 950 furono costruite nella vecchia fabbrica della Teisco a Nagano in Giappone. Dal 1967 al 1969, la fabbrica continuò a produrre strumenti, anche se il contratto con la Teisco era stato chiuso nel 1966. La fabbrica venne rinominata Teisco Gen Gakki e iniziò a produrre strumenti con vari marchi come Greco, Idol e altri, acquisendo grande fama tra gli importatori americani nei tardi anni 60 grazie all’alta qualità produttiva e ai prezzi competitivi.
Chitarra purtroppo praticamente introvabile in Europa e quindi trofeo ambito dai collezionisti, si rivela anche strumento molto versatile, riuscendo a spaziare dal funky, al jazz morbido al rock blues, donando gioia alle orecchie oltre che agli occhi.
Questa è probabilmente la versione più conosciuta e amata delle 950 Shrike: anche qua la presenza del tasto zero denota la tipica simpatia giapponese per le produzioni italiane, mentre manico e paletta strizzano l’occhio alle americane Rickenbacker, le buche romboidali (diamond) sono quelle della Trini Lopez Gibson e il doppio cutaway ha invece il sapore delle inglesi Burns e delle Gibson SG.