”Continua il nostro viaggio negli strumenti brasiliani con la seconda parte dell'articolo sulle chitarre Giannini, che Fernando ha scritto per Classic2vintage.
Lorenzo
Fernando, oltre ad essere un competente liutaio, è un grande esperto ed appassionato degli strumenti della sua terra e ci parlerà, appunto, delle chitarre Giannini.
Eravamo rimasti alla semiacustica Apollo e continuiamo con la sorella Gemini:
«- Giannini Gemini – 1968 – Il progetto Gemini è uscito tra la fine del 67 e l’inizio del 68 e, secondo me, è la migliore chitarra solid body mai costruita da Giannini.
Le dimensioni della chitarra sono assolutamente le stesse di una Fender Jazzmaster, ma Giannini ha utilizzato pickup soapbar 3 e alcune piastre metalliche, creando un mix tra i modelli Jazzmaster e Jaguar.
Costruzione perfetta, corpo in cedro monopezzo, manici in Peroba-do-campo e tastiere in palissandro brasiliano.
– Giannini Mirage – 1970 – Nel 1970 Giannini pubblicò la linea Mirage, bassi e chitarre, tutti strumenti semiacustici.
Questi bellissimi strumenti sono, ovviamente, ispirati alle chitarre Rickenbacker e utilizzavano pickup single coil e manici avvitati.
Chitarre molto buone che, proprio come le Apollo, avevano un tremolo tipo Jaguar. Grande suono, grandi manici.
Fernando e la sua Giannini Mirage del 1970
– Giannini Diamond Stereo – 1971 – All’inizio degli anni ’70, Giannini iniziò ad utilizzare hardware giapponese in quasi tutti i bassi e le chitarre, perché l’industria brasiliana non era in grado di soddisfare interamente la forte domanda di Giannini.
Accordatori, pickup, tremolo, manopole, ponti e così via erano praticamente gli stessi che troviamo sulle chitarre di fabbricazione giapponese di quel periodo.
La Giannini Diamond è stata la prima chitarra – commercializzata nel 1971 – a utilizzare l’hardware di importazione.
Il progetto Diamond è una chitarra stereo hollow body di alta qualità con 2 pickup P90 e manico fisso.
La chitarra è stata realizzata con un corpo in cedro laminato, manico in 3 pezzi (cedro-palissandro-cedro) e tastiera in palissandro brasiliano.
Venivano vendute in due versioni, quella standard (senza tremolo) e quella dotata di tremolo.
– Giannini SG – Tremolo Lux – 1977 – Negli anni ’70 Giannini ha prodotto delle chitarre SG che, a mio modo di vedere, erano di qualità anche superiore rispetto alle originali Gibson dello stesso periodo.
Questa versione brasiliana non era una copia esatta, perché Giannini usava sempre scale da 25,5″ e Gibson da 24,75″, ma l’alta qualità di costruzione (corpi in mogano in un unico pezzo, manici in cedro in 3 pezzi, tastiere in palissandro brasiliano con intarsi in madreperla), combinata con l’ottimo hardware giapponese (pickup Alnico 2 Maxon, suono fantastico!) le rendono, a mio parere, le migliori SG di quel periodo degli anni ’70.
Erano decisamente migliori rispetto alle tipiche copie giapponesi a basso costo, impossibili da confrontare, e altrettanto buone o migliori, appunto, di quelle originali americane.
Giannini commercializzò 3 modelli di SG: Standard, Bigsby Tremolo e Tremolo Lux, la versione qua presente.
– Giannini Electric Craviola – 1978 – Le Acoustic Craviolas sono state rilasciate come strumento originale Giannini, brevettato nel 1969, e sono state rapidamente scelte da un gran numero di artisti come strumento principale.
Le Craviola hanno un design unico e sono stati scelti da persone come Elvis Presley, Tom Petty, Andy Summers, Jimmy Page, Robert Plant, Jose Feliciano, Bill Winters e molti altri.
Alla fine degli anni ’70, Giannini decise di creare una versione elettrica della Craviola, e il risultato fu assolutamente meraviglioso.
Le Craviola elettriche erano le chitarre più costose del catalogo Giannini dell’epoca ed erano dotate di due fantastici humbucker Ibanez Super 70, con bobine splittabile ad interruttore per entrambi i pickup.
Questo modello è, a mio parere, una delle migliori (e più belle) chitarre mai costruite da Giannini».
…ma come suona?
Clicca il pulsante e ascolta il suono di una Craviola del 1977 di Fernando.
Salutiamo e ringraziamo l’amico Fernando per questo interessante tour virtuale degli strumenti brasiliani, con l’augurio di potersi incontrare presto di persona ed avere il piacere di una bella conversazione e di poter vedere dal vivo queste splendide chitarre!
Articolo di Fernando Temporão (Rio de Janeiro – Brasile)
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L’articolo continua dalla prima parte.