”Ospite di questo articolo di Classic2vintage è una splendida e piuttosto rara Galanti delle serie Solid Body a 4 pick-up, una chitarrina che riserva belle sorprese.
Lorenzo
La Galanti era sita in Romagna a Mondaino, pochi chilometri da Recanati e dall’Adriatico.
Il marchio Galanti è legato alle fisarmoniche di alta qualità e vide i suoi natali nel 1924 quando tre dei figli del capostipite Antonio, ex giostraio, abile artigiano innamorato della musica nonché vero iniziatore della ditta e costruttore delle prime fisarmoniche, fondarono la Fratelli Galanti e, trasferendosi negli Usa, iniziarono l’esportazione e vendita dei prodotti della ditta.
Dopo la guerra, a causa di disaccordi in seno alla famiglia, la ditta si divise in due rami che presero strade diverse, una si convertì all’elettronica e tastiere (vedi i primi amplificatori della Eko e l’organo Ekosonic) e l’altra, guidata dal figlio minore Angelo, continuò con la produzione delle fisarmoniche a cui si aggiunsero i vibrafoni e le chitarre.
La progettazione delle chitarre inziò circa nella seconda metà del 1962, avvalendosi del talentuoso artigiano Francesco Maioli che precedentemente aveva già stupito la direzione grazie alla perizia nella costruzione dei cabinet delle fisarmoniche e diventò il responsabile del reparto chitarre.
In 5 anni vennero fabbricate circa 16.000 chitarre (1962/67) tra cui anche pochissime vendute sotto altri marchi come Jetstar, Continental e Tonemaster. Nel 1967 fu invece fatta una produzione più consistente per il marchio Goya con il nome Panther dopodiché nel 1968, alla morte prematura di Angelo, la ditta chiuse.
Escludendo i pickup, (acquistati nella vicina Castelfidardo da Nando Marchetti) e le chiavette dell’olandese Van Gent, ogni altra parte delle chitarre era prodotta internamente agli stabilimenti Galanti, compresi ponte e vibrato.
Una particolarità delle chitarre chitarre Galanti è il truss rod del manico che può essere regolato sia dalla paletta che dal tacco del manico, una caratteristica in comune con gli strumenti di Bartolini.
Oltre alle belle semiacustiche, la chitarra solid body Galanti di maggior produzione e più conosciuta è senz’altro il modello universalmente conosciuto come Grand Prix, una bella offset in versione 6 e 12 corde dal nome forse derivante dalla premiazione a qualche fiera internazionale o dalle organizzazioni di settore.
I corpi erano rivestiti da due gusci di una sorta di impiallacciatura o materiale plastico a imitazione del legno e le due parti erano giunte da una decorazione a fascia bianca che correva lungo il bordo del corpo.
Poi vengono i più rari modelli definiti Solid Body, dei quali fa parte la simil-strat qua presente che è del nostro amico e affiliato Renato Cavallaro, proprietario di una sostanziosa collezione di famiglia tra cui la Wandre Blue Jeans vista in un precedente articolo:
“Ad un certo punto mi sono ritrovato con un parco chitarre di 136 pezzi più svariati amplificatori, tutto degli anni 50/60/70 e quasi tutte ereditate da uno zio paterno che non essendosi sposato aveva la passione per le chitarre, roba da fare invidia ad un negozio di strumenti musicali.
Avendo un figlio musicista che ama molto gli ampli vintage ma non le chitarre, ho preso la decisione di venderle conservandone giusto alcune, tra cui questa.
Delle Galanti ho preferito vendere la Grand Prix e tenermi la Solid Body perché mi è sempre piaciuto quel suo suono diverso e graffiante, diverso anche dalla sorella Grand Prix.
Gli amici quando vengono a trovarmi chiedono sempre di provarla perché ne sono innamorati, di suo sound così particolare che dicono li porta indietro nel tempo, cosa che condivido in pieno.
Quando ti metti in mano una chitarra vintage ne senti il profumo, ne osservi attentamente la fattura, fai confronti con quelle di oggi e magari ne scopri le differenze, ma il fascino è l’eleganza di quel periodo nessuna di quelle moderne te lo darà mai.”