”Da grandi appassionati di Art Nouveau quali siamo, non potevamo non dedicare un canto d’amore alle bellissime chitarre Coletti.
Lorenzo
Martin Coletti era una delle ditte presenti nell’area di Schönbach, un piccolo borgo della Repubblica Ceca che oggi si chiama Luby e che si trova a pochissimi chilometri dalla sua controparte in Germania, Markneukirchen (tra l’altro luogo di nascita del famoso C.F. Martin).
Molti tedeschi vivevano e lavoravano nell’area di Schönbach, producendo strumenti di alta qualità e, negli anni 30 del Novecento, fu quello il centro nevralgico della produzione di chitarre dell’Europa centrale: da essa uscivano marchi distribuiti dalla anglosassone Dallas (tra i quali Radiotone, Ridgmount, Avalon e Martin Coletti appunto) ma anche Franz Mettal, Anton Bräuer, Cremona, Taco, Mestan, Primus, Albo e chissà quanti altri.
Dopo la fine della guerra, i tedeschi furono accompagnati all’uscita e i cechi cambiarono nome alla città, riesumarono le manifatture di strumenti ed iniziarono la produzione di strumenti economici, fatti con materiali di bassa qualità e praticamente nessuna attenzione a sonorità e suonabilità. Ma questa è un’altra storia e poco ci riguarda perché adesso ci concentreremo sulle splendide Coletti, costruite per rivaleggiare orgogliosamente con le “pompose” sorelle americane.
Le Coletti modello G61C presenti in queste immagini sono scavate a mano nell’abete e nell’acero mentre i manici sono realizzati in faggio con intarsi a blocchi in madreperla. Tastiere e ponti sono modellati nell’ebano e la verniciatura è la classica nitrocellulosa, che col tempo non fa che aggiungere fascino ai nostri amati strumenti d’epoca. Gli splendidi intarsi in legno della paletta, le belle meccaniche 3-in-linea nichelate e i fantasiosi battipenna in celluloide con “C” campeggiante sopra, completano il fascino di queste splendide dame da jazz. E arrivati qua, ci mettiamo in religioso silenzio ad ammirare queste meraviglie, lasciando parlare le immagini.
Per ulteriori informazioni sugli strumenti di Schönbach, si consiglia una visita al sito di Tomas Dvorak (http://schoenbach.webnode.cz/)