”Splendido esempio di arte liutistica giapponese e strumento di cui andar fieri, la Ibanez Artist 2617 seduce con le linee sinuose, i ricchi intarsi e il colore mielato del suo frassino.
Lorenzo
I giapponesi stavano ormai stracciando Norlin e CBS grazie all’ottima qualità delle loro copie a prezzi concorrenziali e verso la metà degli anni 70 alla Hoshino Gakki, proprietaria del marchio Ibanez, decisero che era arrivato il momento di smettere di produrre solo cloni di strumenti famosi.
Vennero così introdotti sul mercato strumenti che erano invece ben riconoscibili e orientati ad una clientela che apprezzasse strumenti di fascia alta di produzione artigianale con lussuosi intarsi in madreperla e legni scelti di altissima qualità.
Nella seconda metà del decennio iniziò quindi agli stabilimenti FujiGen di Matsumoto la produzione di linee originali come Artist, Iceman, Musician e le più ambite Artwood Professional.
Inizialmente tutti questi modelli erano contraddistinti da un numero di serie e alla splendida Artwood Artist venne assegnato il 2617.
L’esemplare che vi presentiamo oggi è uno dei primissimi, risale al 1975 ed è di proprietà di Rich Fiori.
I giapponesi avevano ben capito l’importanza di avere dei testimonial importanti e infatti la prima chitarra giapponese originale veramente famosa fu la potentissima Yamaha SG2000 (venne addirittura definita “Les Paul Killer”) ed ottenne un enorme successo grazie a chitarristi rock fusion come Masayoshi Takanaka e Issei Noro dei Casiopea in Giappone e nientemeno che Carlos Santana per il resto del mondo.
In seguito divenne anche strumento di riferimento di tutta una generazione di musicisti inglesi new wave come il geniale e amatissimo John McGeoch (Magazine, Siouxsie & The Banshees, Public Image Ltd.) e Andy Taylor (Duran Duran).
E se l’apripista fu la mitica chitarra Yamaha, la seconda per importanza fu proprio la Ibanez Artist 2617.
Apparentemente la SG2000 e la 2617 si somigliano molto, entrambe logiche discendenti della Gibson Les Paul Special double cut, quella versione solid-body a doppia spalla mancante della Les Paul che fu “modernizzata” nel 1960 nella serie SG.
Ulteriori evoluzioni delle forme porteranno poi alla creazione della Ibanez Artist Professional 2680 Bob Weir, ancor più somigliante alla SG2000, e al modello realizzato in esclusiva per Weir nel 1976 e riprodotto nel 2016 da Sugi per Ibanez con il nome BWM1 “Cowboy Fancy”, una via di mezzo tra la Gibson ES345 e la Artist 2617 appunto.
Le due spalle mancanti della Ibanez 2617 sono profonde e ampie e con cornetti più slanciati rispetto alla Yamaha, offrendo un accesso facilitato agli ultimissimi tasti.
Il corpo è in frassino massiccio in finitura trasparente, che conferisce un splendido tono mielato al colore naturale del legno.
Il top bombato risulta particolarmente in rilievo lungo i bordi grazie all’incisione in tipico stile germanico ed è ulteriormente impreziosito da un sontuoso binding a 7 strati con una striscia centrale in abalone.
Il manico a 22 tasti della 2617 è in tre pezzi di acero canadese (più due per i bordi della paletta) e incollato al corpo con una giunzione estremamente ben fatta.
La regolazione avviene tramite un truss rod di tipo standard il cui dado è situato sotto la solita piastra di plastica sopra il capotasto e che può essere regolato con una piccola chiave esagonale.
La tastiera, in palissandro (le future produzioni l’avranno di ebano) con binding, ha blocchi segnatasti in madreperla e abalone e capotasto in osso che negli esemplari successivi diventerà metà osso e metà ottone per aumentare il sustain.
La base della paletta è rinforzata dalla voluta, cosa che, dopo l’altissimo numero di palette spezzate, stava cominciando a capire anche la Gibson.
Le chiavette sono le tipiche Smooth Tuner (successivamente vennero adottate le VelveTune) regolabili marchiate Ibanez placcate in oro come tutto l’hardware.
Gli strumenti che montavano questo tipo di chiavette venivano dotati di una minuscola chiave per poter agire sulla ghiera alla base e regolarne la tensione.
Il fronte della paletta oltre al logo Ibanez ha un motivo decorativo intarsiato in madreperla nella laccatura nera e il nome Artist riportato sul copri trussrod.
Il ponte e bloccacorde sono in tipico stile tune-o-matic di ispirazione Gibson e verranno in seguito sostituiti con la classica coppia Gibraltar montata sulle Ibanez di fascia alta con il blocca corde rapido con piastra posteriore a sagoma di nuvola.
I pickup originali montati sulle Ibanez 2617 erano i classici Maxon Super 70 (nelle versioni successive vennero montati i Super 80 con il coperchio con stampa Flying Finger) con controlli di volume e tono passivi per ciascun pickup e un selettore posizionato sulla spalla superiore ma il precedente proprietario li sostituì con una coppia di humbucker splittabili e aggiunse due mini switch sul top.
Rich decise invece di sostituirli con una coppia di PAF Lindy Fralin e tappare i fori dei due mini switch.
Evoluzioni della Ibanez 2617 Artist furono la 2619 Artist (corpo in mogano e top in acero) e la 2670 Artwood Twin (una doppio manico a 6 e 12 corde).
La 2617 usci di produzione nel 1980, sostituita dalla AR250.
...MA COME SUONA?
Guarda e ascolta i video esclusivi di questa Ibanez 2617 Artist!
Specifiche
Marchio | Ibanez |
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Tipo di strumento | Chitarra elettrica solid body |
Serie | Artist |
Modello | 2617 |
Anno | 1975 |
Giunzione manico | Incollato |
Materiale manico | Acero canadese – 3 pezzi |
Meccaniche | Ibanez Smooth Tuners |
Capotasto | Osso |
Materiale tastiera | Palissandro |
Numero tasti | 22 |
Materiale corpo | Frassino massello per corpo e top |
Finitura | Blonde |
Pickup | Maxon Super 70 |
Ponte | Tune’O’Matic |
Colore hardware | Oro |
Customizzazioni | Pickup sostituiti con Lindy Fralin PAF |
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