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Ad un certo punto la magica follia tecnologica degli anni 60 partorì il suo “mostro”: dopo che Bob Murrell ebbe presentato i suoi primi esperimenti e la Vox ebbe pensato bene di trasferire il modulo sonoro del suo organo Continental dentro il corpo di una chitarra Phantom VI, altri furono gli esempi che seguirono e tra i vari non si può non menzionare il progetto probabilmente più affascinante e tecnicamente meglio riuscito, la Godwin The Organ. Di anno di nascita incerto, c’è chi la assegna alla metà degli anni 70 e chi all’inizio, sicuramente lo strumento prodotto per Godwin/Sisme è quello più affascinante della famiglia delle chitarre riproducenti suoni di organo.

Lorenzo

Vera antesignana del guitar synth, la The Organ vede la genialità Italiana spingersi al suo massimo: ogni tasto del manico, diviso in 6 segmenti, aveva collegamenti elettrici in modo che quando entravano in contatto con la corda si otteneva lo stesso effetto dello spingere un tasto su un organo; il contatto elettrico si chiude e la nota suona perfettamente e senza possibilità di errore. In questo la Godwin non ha rivali: nessuna latenza o sfarfallio dovuto ad un pessimo tracking (tracciamento della nota), difetto presente in quasi ognuno dei primi guitar synth e spesso anche negli attuali. Questo la pone, dicevamo, come vera antesignana delle chitarre synth.

Oltre al suono di organo elettronico, la The Organ è anche una “normale” chitarra elettrica, equipaggiata con una coppia di pickup che ricordano lo stile lipstick, con bilanciamento e volume regolabili. L’elettronica è alloggiata dentro allo strumento, in uno scomparto posto sul retro e sotto al largo battipenna che ospita i vari controlli (19 switch e 13 potenziometri sul modello di punta e 16 switch e 4 pot sul modello “economico”), mentre il complesso sistema elettronico è alimentato da un apposito power pack racchiuso in un box nel quale è inserito anche un pedale del volume. Fondamentalmente, gli interruttori rotativi assurgono alla funzione dei drawbars e ciascun “drawbar” può essere inserito o disinserito, il musicista può così aggiungere o sottrarre i suoni di “strumenti” desiderati e regolare la velocità del tremolo tramite i controlli on board.

L’estetica di questo strumento parla da sola e si nota al volo che fu pensato per il mercato Usa (come spesso avveniva con gli strumenti a marchio Godwin): una particolare e moderna versione del doppio Florentine cutaway arricchisce le forme sinuose di questa hollow body interamente costruita in acero con una splendida buca a forma di S e altri cinque sound-holes di varie lunghezze, anche questi con retina argentata, vanno ad ornare il top. Il comodo manico panciuto in 3 pezzi, anch’esso in acero, è assicurato al body da una piastra a 4 viti con pin reggi-tracolla, numero seriale e la dicitura “Made In Italy”.

I segnatasti di tipo micro dot neri si trovano lateralmente, sul binding che corre ai bordi della tastiera, mentre la bella e moderna paletta stilizzata recante il bel logo Godwin Organ è equipaggiata con le ottime meccaniche Grover Rotomatic. La tastiera in palissandro è dotata di 21 tasti suddivisi in 6 segmenti per altrettanti contatti elettrici individuali. Il ponte è tipicamente regolabile in altezza, con 6 sellette anch’esse regolabili individualmente ed ha copertura poggiamano, mentre il piacevole attaccacorde a trapezio con la G del logo è ancorato con 3 viti.

La forma della Organ ha una personalità che si distingue ed ogni particolare è decisamente ben equilibrato: ci troviamo davanti ad un’estetica di grande fascino ed è un peccato non sia stata commercializzata anche come chitarra elettrica hollow body a sé stante perché sicuramente avrebbe riscosso un successo tutto suo.

L’endorser più conosciuto di questo strumento fu Peter Van Wood, che ne fu evidentemente tanto entusiasta da dedicargli addirittura un album dal titolo “Van Wood and His Magic Guitar Organ”, facendosi ritrarre in copertina con la The Organ in bella mostra.

Purtroppo non si riescono a trovare molti file video, tranne questi pochi che non rendono bene l’idea del funzionamento e delle sonorità dello strumento (nell’ultimo la chitarra non ha più nemmeno la sezione elettronica dell’organo). Nel primo è però possibile vedere il frammento di una esibizione dal vivo di Van Wood con la sua chitarra organo.

Video di Van Wood con la chitarra Organo.

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