”Questa è di nuovo la storia di un misterioso film perduto e della sua splendida soundtrack realizzata dai Journey. "Yume, Yume No Ato” è un mistero su pellicola, una favola esoterica che fu realizzata dallo stilista giapponese Kenzo Takada nel 1980
Lorenzo
“Yume, Yume No Ato” è un mistero su pellicola, una favola esoterica che fu realizzata dallo stilista giapponese Kenzo Takada nel 1980.
La storia ufficiale narra che alla fine del 1978 il produttore Hiroaki Fujii inviò una missiva a Kenzo Takada tramite un’attrice: «Caro signor Kenzo Takada, ho saputo che lei è molto interessato al cinema e mi chiedevo se le sarebbe piaciuto lavorare con me a una produzione interessante».
Un’altra storia, ormai scomparsa da anni e quindi non più verificabile, parlava di un coinvolgimento anche di Salvador Dalì e altri esponenti della nobiltà francese e ispanica.
Comunque sia Kenzo si diceva non in grado di dirigere un film ma il signor Fujii fu talmente entusiasta ed insistente che lo stilista finì col cedere, diventando al tempo stesso soggettista, costumista, direttore artistico e regista.
Kenzo si ispirò ad un mondo fiabesco come quello de “I racconti della luna pallida d’agosto” di Kenji Mizoguchi: un giovane tessitore incontra una coppia di bellissime sorelle in riva ad un lago. La sorella maggiore si chiama Tsuki (Luna) e la sorella minore si chiama Yuki (Neve). Il giovane è attratto dall’immagine e dagli spiriti ammalianti delle sorelle ed è completamente alla loro mercé.
Come location fu scelto il Marocco, come mix di culture al crocevia tra Oriente e Occidente. Nel luglio 1980 la troupe si diresse a Zagora, vicino al deserto del Sahara. Era un luogo vasto, con montagne bruno-giallastre e deserto che si estendeva a perdita d’occhio. Le temperature diurne arrivavano a raggiungere i 50 °C e Kenzo racconta che in un solo giorno abbiano consumato 250 bottiglie da 1,5 litri di Evian.
Le riprese si rivelarono una difficoltà dopo l’altra. Gli attori erano per lo più italiani e francesi e lo staff prevalentemente giapponese, quindi problemi di comunicazione impedivano di procedere senza intoppi.
Oltre al caldo da svenimenti ci furono anche incidenti di percorso inaspettati come quando l’unità artistica rimase impantanata in una palude senza più riuscire ad uscirne o una scena in cui un cavallo condotto dal protagonista doveva crollare per la fatica ma si rivelò resistente all’anestetico perchè i cavalli marocchini mangiano regolarmente cannabis selvatica e quindi il farmaco risultò del tutto inefficace.
Il budget di produzione era di 400 milioni di yen. Per la colonna sonora Kenzo voleva i Journey e, grazie agli sforzi di Fujii, il gruppo accettò rinunciando a un tour europeo.
Il titolo originale del film, “Yume, Yume No Ato” (Il Sogno, dopo il Sogno), venne tradotto in inglese e francese e la Prima, con estrema ansia di Kenzo, avvenne a Parigi:
«I parigini hanno un senso dell’estetica estremamente spietato, era il posto peggiore e lo sapevo.
Vennero 300 persone e, quando scoppiò una risatina durante una scena critica che avrebbe invece dovuto far commuovere il pubblico fino alle lacrime, capii che non ero riuscito a creare l’atmosfera che volevo. Ad un certo punto il pubblico iniziò ad alzarsi e ad andarsene nel bel mezzo del film.
Fu un fiasco totale. E fu tutta colpa mia. Avevo causato notevoli problemi a tutte le persone coinvolte, non da ultimo a Fujii.»
Da persona gentile e d’onore Kenzo si assunse quindi ogni responsabilità e, rimasto profondamente ferito dalla maleducazione del pubblico francese, decise di bloccare la distribuzione del film, il quale è stato trasmesso solo un paio di volte sulle tv giapponesi ed è scomparso, a quanto pare finora.
Le musiche
I Journey erano allora una delle band di maggior successo sia discografico che live della CBS, avevano prodotto tre album di jazz progressivo per poi acquisire un cantante e virare verso un AOR commerciale di grande stile ed erano reduci dal successo dell’album “Departure”, che si era piazzato all’ottavo posto della classifica Billboard 200 degli album.
La colonna sonora di Yume, Yume No Ato (Dream, After Dream appunto) venne realizzata nello spazio di tempo tra “Departure” e “Escape” e fu il settimo disco dei Journey, rappresentando un parziale ritorno alla vena progressive degli inizi del gruppo.
È l’ultimo album con il tastierista e membro fondatore del gruppo Gregg Rolie e delle sue nove tracce solo tre sono cantate, mirabilmente, da Steve Perry mentre le restanti sono strumentali. Gli arrangiamenti orchestrali furono curati dal padre di Neal Schon, Matthew, e “Destiny” rappresenta a tutt’oggi il brano più lungo finora registrato dai Journey.
Le registrazioni avvennero presso gli studi CBS/Sony Shinaromaki di Tokio tra il 13 e il 22 ottobre 1980. Al periodo di registrazioni venne abbinato un tour giapponese che sfociò poi in un paio di brani inclusi nel loro seguente album “Captured” e registrati proprio la sera del 13, data finale al Koseinenkin Hall di Shinjyuku.
La musica è estremamente ispirata e ben suonata, si percepisce tutto l’impegno e la passione di una band che una volta tanto è libera di creare e lavorare fuori dalle regole commerciali alle quali è normalmente costretta.
Le composizioni si presentano come opere separate, dove la loro cinematicità si riflette nell’uso generoso della sezione degli archi, che conferisce loro un carattere misterioso etereamente romantico, sempre interamente nel contesto dell’estensione vocale di Perry, il quale canta come mai abbia fatto prima e dopo di allora.
I ritmi rock più duri sono rari ma nelle dinamiche emotive Dream After Dream supera qualsiasi cosa i Journey abbiano mai realizzato. I lunghi passaggi dei lenti e meditati assolo di chitarra sottolineano perfettamente il paesaggio dei sogni.
Il disco fu stampato solo per il Giappone, venne pubblicato il 10 dicembre 1980 e rappresentò una sorpresa sia per i fan del gruppo che per la critica entusiasta quando, anni dopo, ne emerse l’esistenza grazie ad internet (Negli Usa ne era silenziosamente uscita solo una versione in cassetta nel 1985) e alle importazioni dal Giappone.
Del film invece, ancora nessuna traccia.
Se non che…
L’intero album “Dream, After Dream” dei Journey
La sinossi del film
Un giovane tessitore senza nome (Enrico Tricarico, già visto nella parte del direttore del “Villaggio 27” in “I viaggiatori della sera” di Ugo Tognazzi) parte alla ricerca della felicità. Un saggio indovino (Léo Campion) dice al giovane che la troverà sulla riva opposta di un lago a sud, lui ascolta il consiglio e vi si dirige.
Dopo aver attraversato il deserto l’uomo arriva al lago e trovando una barca abbandonata nelle vicinanze salpa a tarda notte.
Al sorgere del sole egli perde conoscenza e al risveglio scopre di essere stato portato in un antico castello all’estremità opposta del lago. Questo castello ospita due sorelle misteriose di nome Tsuki (Anicée Alvina) e Yuki (Anne Consigny), l’ultima delle quali lo aveva trovato e portato in salvo.
Sebbene affascinato da Yuki l’uomo si innamora di Tsuki che lo invita a fare l’amore. L’uomo inizia a tessere per entrambe ma mentre i tessuti che crea per Tsuki sono particolarmente belli, Yuki trova che i suoi siano inferiori.
Un giorno Tsuki e l’uomo si incontrano fuori dal castello e fanno l’amore su un letto di fiori. Al loro ritorno Yuki viene a sapere della loro storia d’amore e ne è rattristita. Le due sorelle iniziano a litigare e l’uomo si sente in colpa per l’animosità che ha causato.
Come risultato della lite Tsuki decide che dovrà uccidere l’uomo e lo invita a letto un’ultima volta. Tuttavia, avvolta nel suo abbraccio, scopre di non riuscire a pugnalarlo.
Fugge quindi sulla terrazza seguita dal giovane che osserva con soggezione Tsuki mentre lei si trasforma lentamente in un uccello, spiega le ali e prende il volo. Yuki la imita e, mentre vola via, in lontananza sussurra con rammarico all’uomo che pur essendo troppo bello e meraviglioso per poter essere amato da loro, entrambe si erano comunque innamorate di lui.
L’uomo grida al cielo per confessare il suo vero amore e viene lasciato da solo ad affrontare il proprio destino.
Il progetto fu annunciato in una conferenza stampa il 16 giugno 1980 e fu una coproduzione giappo/francese poiché il cast era composto in buona parte da attori francesi mentre i membri della troupe erano di entrambe le nazionalità.
Kenzo con Anicée Alvina (Tsuki), Liliana Gerace (governante), Anisée Alvina (Tsuki), Anne Consigny (Yuki) ed Enrico Tricarico (il giovane)
Kenzo Takada scrisse il soggetto del film insieme a Xavier De Castella, suo compagno di allora, e Yoshio Shirasaka fu lo sceneggiatore.
Hiroaki Fuji e Tatsuo Funahashi ne furono i produttori,
Tatsuji Nakashizu fu lo scenografo,
Senji Horiuchi e Julien Cloquet furono i tecnici del suono,
Setsuo Kobayashi fu direttore della fotografia.
Kenzo con cast e troupè
Il film uscì ufficialmente il 24 gennaio 1981 con una durata di 101 minuti.
Il titolo francese è “Rêve, après Rêve” ovvero sempre “Il sogno, dentro il Sogno”.
Si intuisce che la natura del film fosse molto intimista e metaforica e che di conseguenza richiedesse una certa sensibilità e predisposizione delle quali non tutti possono essere dotati, mentre l’educazione dovrebbe essere cosa comune a tutti.
A causa della scortesia del pubblico parigino Kenzo si sentì talmente umiliato che rifiutò sempre di pubblicarlo in home video o dvd e dopo il suo decesso le speranze di poter recuperare una copia di questo film sembravano ancora più vane ma negli ultimi mesi ne è incredibilmente saltata fuori una copia in DVD con menù interattivo che è in possesso di un signore americano e che pare sia stata estratta da una VHS, forse registrata da uno dei rarissimi passaggi tv giapponesi.
Non è chiaro se questa copia verrà mai messa a disposizione del pubblico ma forse la casa produttrice TOHO-TOWA Company si deciderà un giorno a ristampare il film e distribuirlo.
Importante Aggiornamento:
Alcuni mesi dopo l’uscita di questo articolo, fortunatamente un collezionista è riuscito a scovare e mettere in condivisione una copia non completa del film che, anche se mancante di circa una mezz’ora, riesce a rendere un’idea del film a chi come il sottoscritto stava cercando di poterlo visionare da decenni.
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Sono disponibili anche i sottotitoli in italiano a cura della redazione di Asianworld.it che ringraziamo caldamente per il loro lavoro!
“Yume, Yume No Ato” (Jp/Fr) di Kenzo Takada
Regia: Kenzo Takada
Soggetto: Kenzo Takada, Xavier De Castella
Sceneggiatura: Yoshio Shirasaka
Costumi: Kenzo Takada
Scenografia: Tatsuji Nakshizu
Fotografia: Setsuo Kobayashi
Suono: Senji Horiuchi, Julien Cloquet
Produttore:Hiroaki Fujii, Tatsuo Funahashi
Musiche: Journey (Neal Schon: chitarre, cori – Gregg Rolie: tastiere, armonica – Ross Valory: basso, pianoforte, flauto – Steve Perry: voce e cori – Steve Smith: batteria e percussioni) – Produzione: Kevin Elson
Personaggi e interpreti
Enrico Tricarico: Il Giovane
Anicée Alvina: Tsuki
Anne Consigny: Yuki
Léo Campion: Veggente
Liliana Gerace: Governante