”Una nuova mini rubrica vede la luce oggi ed è dedicata ad uno strumento del quale tutti conoscono il suono ma pochi sanno cosa sia davvero e come sia fatto... il Mellotron.
Lorenzo
Il mellotron è uno strumento musicale a tastiera che si è affermato tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta. Non ha un suono proprio, ma può invece essere considerato il primo lettore di campioni della storia, essendo pensato e realizzato per riprodurre il suono di strumenti acustici sinfonici o voci umane.
I suoni sono registrati su nastri contenuti in speciali cartucce e vengono letti e suonati da testine attivate alla pressione di una tastiera da piano, dove alla pressione di un tasto il nastro viene attivato e fatto scorrere sotto la testina di lettura.
Un esempio dei suoni selezionabili si può ascoltare all’inzio di Strawberry Fields Forever, dove lo strumento, allora quasi sconosciuto, è suonato da Paul McCartney.
Lo strumento è diventato negli anni settanta uno dei pilastri del rock progressivo, probabilmente a causa del debutto dei King Crimson, dove il Mellotron è stato usato decisamente in maniera magistrale, divenendo il marchio di fabbrica di molte loro produzioni, ma ottimi ed affascinanti esempi dell’uso del Mellotron si possono trovare anche nei primi dischi della PFM.
Fu utilizzato per la prima volta da Graham Bond nell’album The Sound of ’65. Successivamente è stato usato anche da molti altri, tra cui Moody Blues, Robert Wyatt, Genesis, Rick Wakeman, Yes, Jethro Tull, Barclay James Harvest, Deep Purple, Pink Floyd, Led Zeppelin, Rolling Stones, Motorpsycho, Herbie Hancock.
In questo articolo abbiamo come ospite Hessel Herder, un grande appassionato e profondo conoscitore dello strumento. Ci parlerà della sua storia e di come questo magico apparecchio sia entrato nella sua vita per rimanerci per sempre. Chi conosce il Mellotron può capire bene come questo strumento possa avere questo potere perchè, per certi versi, il Mellotron è vivo!
Hessel è un compositore, produttore e ingegnere di studio e ha iniziato la sua carriera negli studi più prestigiosi d’Olanda, Wisseloord Studios,
dove ha lavorato con un’ampia varietà di artisti e band acclamati come Bon Jovi, Chrissie Hynde, Cranberries, Stereophonics ecc.
Dal 2002 produce e compone musica anche per numerose campagne pubblicitarie e programmi TV nazionali e internazionali (Reebok, BMW, Braun,Sky Italia etc).
«Il mio amore per il Mellotron è iniziato durante la mia adolescenza, quando scoprii che ciò che produceva quei suoni così impressionanti, unicie avvincenti ascoltati sui dischi di Moody Blues, Beatles, Genesis e molte altre produzioni successive al 1967 era uno strumento chiamato, appunto, Mellotron.
A quel tempo c’era ben poca letteratura in giro, a parte alcuni riferimenti nei libri sui Beatles, soprattutto in “The Beatles Recording Sessions” di Mark Lewisohn. Durante i miei giorni alla scuola di musica fui in grado di mettere le mani sul CDRom rilasciato dalla Mellotron Archives, contenente campioni in alta qualità e ben dettagliati di tutti i suoni più rilevanti della macchina, e quindi fui finalmente in grado di usare questi suoni nelle mie produzioni.
Fino ad allora avevo utilizzato un modulo MIDI Classic Keys della EMU, ma i suoni di questa unità non erano molto buoni. Un po’ di tempo dopo trovai posto come ingegnere in uno dei più grandi studio di registrazione dell’Olanda ed… ecco qua! Nel seminterrato dello studio c’era una piccola tastiera bianca tutta sola, un M400 color della neve. Questa fu la mia prima esperienza diretta con lo strumento, sebbene quel particolare esemplare non fosse in ottime condizioni.
Circa 7 anni dopo mi imbattei in un annuncio su ebay: in una città vicina c’era un Mellotron offerto ad un prezzo ragionevole. Sebbene questa macchina necessitasse di molto lavoro, sia meccanicamente che esteticamente, pensai che fosse un’occasione unica nella vita di possedere effettivamente lo strumento che io amavo così tanto. Così lo presi e lo portai a casa.
Venne fuori che era una primissima versione dell’M400 (numero di serie #126, quindi la venticinquesima unità uscita dalla fabbrica). Tipici delle prime unità erano il meccanismo di trascinamento del nastro in ottone e le schede di controllo del motore diverse: le CMC4 al posto delle CMC10 trovate nelle unità successive; la cosa interessante è che le CMC4 funzionavano meglio delle CMC10 e venivano montate anche su alcune unità MKII e M300.
A quei tempi iniziai a entrare in contatto con altri affezionati del Mellotron di tutto il mondo, la maggior parte dei quali erano collegati tramite il gruppo di mailing di Yahoo, e in quel modo ottenni importanti informazioni e approfondimenti sul funzionamento del Mellotron. In particolare ebbi modo di conoscere Martin Smith e John Bradley della Streetly Electronics e il loro affiliato tedesco, Klaus Hoffman. E grazie a Martin che inviò le parti mancanti e nuovi nastri e telai per i nastri, Klaus fu in grado di restaurare la macchina, dentro e fuori.
Ad un certo punto cambiai lavoro, spinto dalla mia ambizione di comporre, arrangiare e produrre musica per i media, in particolare per la pubblicità, e fui ben felice di usare il mio M400#126 in alcune produzioni. A quel tempo tenevo montati sui telai i suoni più tipici del Mellotron: i 3 violini (IL suono di archi del rock progressivo), il flauto, gli ottoni, il coro a 8 voci ecc.
Una nota interessante: il suono dei 3 violini è nato come un suono del Chamberlin, il precursore (americano) dei Mellotron. È l’unico suono condiviso dai due strumenti. Se confrontato, lo stesso suono ha caratteristiche molto diverse, il Chamberlin suona molto più pulito e hi-fi rispetto al Mellotron. Questo anche perché i suoni del Mellotron sono di circa quattro generazioni sonore successive rispetto al mastertape (praticamente i riversaggi non venivano fatti dal master originale ma a cascata dalle varie copie che poi venivano vendute con le macchine o come ricambi).
Quello che ho imparato è che un Mellotron ha bisogno di una manutenzione regolare; pulizia di testine e nastri, regolazione dei rulli/pressori della tastiera, ecc. Non c’è mai un momento di noia con un Mellotron!
Il Mellotron MKII
E finalmente andai al workshop della Streetly nel Regno Unito, per incontrare Martin Smith e John Bradley e per provare il loro nuovo strumento, l’M4000. Per mia fortuna avevano ancora un esmplare di MKII in deposito, che necessitava di ripristino.
È importante capire che c’è una grande differenza tra M400 e MKII.
Il MKII ha due tastiere, che a loro volta danno accesso a 6 “stazioni” / diverse posizioni longitudinali sui nastri. I nastri stessi offrono tre tracce. Quindi, in totale, un MKII ha 36
suoni (18 per tastiera), mentre l’M400 standard ne ha solo 3. In quest’ultimo si possono
cambiare i tapeframe abbastanza facilmente. La modifica dei suoni sul MKII invece comporta il
spostamento del ciclaggio dei nastri in una nuova posizione. Tutto questo viene fatto in modo analogico: con un nastro di sincronizzazione, un cursore di posizione e un aggeggio chiamato SSCU. Funziona sorprendentemente bene!
Si potrebbe però immaginare che questo delicato sistema non sia pensato per essere utilizzato in tour.
I Moody Blues hanno fatto un lungo tour con un MKII, e apparentemente non hanno avuto problemi con il meccanismo del ciclaggio. Il fatto, però, che il tastierista dei Moodies lavorasse alla Streetly facendo i test drive dei Mellotron, sicuramente deve aver aiutato!
Il MKII che possiedo è ufficialmente conosciuto come MKIIfx, il che significa che è stato modificato per essere utilizzato in studi di trasmissione per riprodurre SFX (Special Effects o Effetti Speciali). Le modifiche includevano un miglioramento del segnale rispetto alla ratio del rumore, in quanto era mirato specificamente per essere utilizzato per la registrazione.
Molti strumenti MKIIfx erano dotati di nastri musicali. Il Mellotron degli Abbey Road, adesso di proprietà di Paul McCartney, è una di queste macchine MKIIfx convertite.
…ma come suona?
Clicca il pulsante e ascolta il suono del Mellotron MKII di Hessel
In seguito ho anche posseduto, suonato e manutenuto un M300, un MKV e altri due M400.
L’M300 è il successore del MKII, e sfoggia anche questo un meccanismo di ciclaggio, ma utilizza nastri da ¼ di pollice invece del normale da ⅜ di pollice. La misura più stretta del nastro rende questo modello un po’ più delicato, o meglio, meno robusto degli altri, ma resta comunque una macchina fantastica.
Originariamente l’M300 era dotato di tutte le nuove registrazioni! I violini M300 sono ben famosi (Barclay James Harvest).
Uno degli M400 che ho avuto era un’unità relativamente giovane, essendo uscito di fabbrica all’inizio degli anni ’80, e fu rimarchiato con il nome Novatron perchè alla fine degli anni ’70 la Streetly Electronics perse i diritti sul marchio Mellotron. Produceva ancora Mellotron, ma
li vendeva e li commercializzava con il marchio Novatron.
Questo particolare M400 era molto robusto e stabile ed era contenuto in un cabinet nero maculato.
Lo stesso vale per il MKV, che sono fondamentalmente due M400 affiancati.
Quindi l’MKV offre 6 suoni, un bellissimo design del cabinet completamente diverso dall’M400,
ha un riverbero interno e, stranamente, ha le manopole dei controlli davanti alla tastiera!
Il modello migliore, per me, è sempre il MKII, che ancora possiedo e suono regolarmente.
L’enorme quantità di suoni, la sensazione della tastiera, l’odore, le vibrazioni.
Con tutti questi strumenti ho avuto molti momenti di gioia e di flusso creativo.
Naturalmente ci sono stati problemi tecnici, ma niente che non potesse essere risolto.
Come Mellotronista è meglio imparare a fare manutenzione e riparare lo strumento,
poiché ci sono pochissime persone là fuori che possono riparartelo e dimensioni e peso
non aiutano di certo. C’è una certa bellezza in questo… il bisogno di prendersi cura del proprio strumento.
Tom Waits l’ha descritto magnificamente una volta… “ogni volta che suoni il Mellotron, muore un po’”.
Davvero molto umana, per essere una macchina!»
Salutiamo e ringraziamo l’amico Hessel per la sua grande gentilezza e la massima disponibilità, è stato un grande piacere collaborare con lui!
Per contattare Hessel Herder.